Xantelasmi: cosa sono, perché si formano e come eliminarli in sicurezza

Gli xantelasmi sono piccole formazioni giallastre, spesso localizzate sulle palpebre, causate dall’accumulo di grassi sotto la pelle.

Sebbene siano benigni e indolori, possono rappresentare un problema estetico e, in alcuni casi, essere un segnale di disturbi metabolici come l'ipercolesterolemia.

In questo articolo approfondiremo che cosa sono gli xantelasmi, quali sono i soggetti più inclini a svilupparli, il perché della loro formazione, come si presentano, come rimuoverli e quale condotta tenere dopo la loro eliminazione, anche in ottica preventiva.

Indice

Cosa sono gli xantelasmi
Xantelasmi: chi colpiscono e perché si formano
Quali sono i sintomi degli xantelasmi
Come si eliminano gli xantelasmi
Dopo il trattamento: consigli e prevenzione

Cosa sono gli xantelasmi

Gli xantelasmi sono lesioni cutanee benigne che si manifestano sotto forma di placche giallastre o giallo-brunastre, localizzate prevalentemente sulla superficie delle palpebre, soprattutto in prossimità del canto interno dell’occhio. Si tratta di accumuli localizzati di lipidi, in particolare di colesterolo, all’interno del derma.

Lo xantelasma può presentarsi in forme e dimensioni variabili: può essere piatto o lievemente in rilievo e presentare un diametro di pochi millimetri, fino a estendersi per diversi centimetri. È facilmente riconoscibile per la colorazione giallastra, ben distinta rispetto alla cute circostante. Non a caso, il nome xantelasma deriva dalla radice greca xanthòs (ξανθός), che significa giallo o biondo.

Pur non essendo pericolosi per la salute e generalmente indolori, gli xantelasmi possono rappresentare un significativo disagio estetico per chi ne è affetto. Inoltre, in alcuni casi, costituiscono un campanello d’allarme per condizioni sistemiche sottostanti, come ipercolesterolemia, dislipidemie o disturbi metabolici. Per questo motivo è fondamentale non sottovalutarli, ma approfondire la situazione con esami specifici e una valutazione clinica accurata, al fine di individuare e gestire eventuali fattori di rischio.


Xantelasmi: chi colpiscono e perché si formano

Gli xantelasmi possono comparire a qualsiasi età e in qualsiasi individuo. Tuttavia, esistono alcune categorie di persone che, secondo dati statistici e osservazioni cliniche, presentano una maggiore predisposizione a sviluppare questo tipo di inestetismo.

Tra queste si annoverano:

  • Donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni: le alterazioni ormonali, associate a cambiamenti metabolici che avvengono in questa fascia d’età, possono favorire la comparsa di accumuli lipidici a livello cutaneo.
  • Persone di etnia mediterranea o asiatica: è stato osservato che le popolazioni originarie di queste aree geografiche presentano una predisposizione più elevata. Questa tendenza può essere legata a componenti genetiche, ma anche a fattori ambientali e culturali, come abitudini alimentari tradizionalmente ricche di carboidrati raffinati o grassi saturi e una diversa risposta del metabolismo lipidico a tali stimoli.
  • Fumatori: il fumo di sigaretta è un fattore di rischio ben noto per numerose patologie sistemiche e cutanee. A livello locale, compromette il microcircolo e accelera l’invecchiamento della pelle, riducendo l’ossigenazione dei tessuti e favorendo la degenerazione delle strutture cutanee. Questo ambiente alterato può facilitare il deposito di lipidi nei tessuti molli, in particolare nella delicata area delle palpebre, contribuendo così all’insorgenza degli xantelasmi.
  • Individui affetti da patologie metaboliche: in particolare obesità, diabete mellito e ipertensione arteriosa sono strettamente associati a un maggiore rischio di dislipidemia, ovvero squilibri nei livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, una delle principali cause della formazione degli xantelasmi.

Oltre alla predisposizione genetica e alle condizioni cliniche preesistenti, lo stile di vita gioca un ruolo fondamentale nella comparsa dello xantelasma palpebrale. Le abitudini quotidiane, infatti, influenzano direttamente il metabolismo lipidico e possono contribuire in modo significativo all’insorgenza di questi inestetismi cutanei, specialmente in soggetti predisposti.

Tra i principali fattori di rischio comportamentali si segnalano:

  • Alimentazione ricca di grassi saturi, zuccheri semplici e cibi ultraprocessati: diete sbilanciate, basate sul consumo frequente di insaccati, fritture, dolci industriali, snack confezionati e bevande zuccherate, alterano il metabolismo lipidico e favoriscono l’accumulo di colesterolo LDL (il cosiddetto "colesterolo cattivo") nel sangue. Questo tipo di alimentazione, povera di fibre, antiossidanti e nutrienti essenziali, compromette anche la funzionalità epatica, riducendo la capacità dell’organismo di smaltire i grassi in eccesso.
  • Consumo eccessivo di alcolici: l’abuso di alcol sovraccarica il fegato, organo fondamentale nel metabolismo dei lipidi, e può portare alla steatosi epatica (fegato grasso), aumentando la produzione di trigliceridi. Inoltre, l’alcol altera il bilancio ormonale e può peggiorare l’efficienza del sistema cardiovascolare, aggravando il rischio di dislipidemia.
  • Stile di vita sedentario, con scarsa attività fisica: la mancanza di movimento incide negativamente sulla regolazione del colesterolo in quanto riduce i livelli di HDL (“colesterolo buono”) e favorisce l’aumento di LDL e trigliceridi. L’attività fisica regolare, anche moderata, migliora invece il metabolismo, favorisce la salute cardiovascolare e contribuisce a mantenere un peso corporeo adeguato.
  • Stress cronico e qualità del sonno inadeguata: stress prolungato e cattivo riposo notturno alterano il profilo ormonale dell’organismo, influenzando negativamente l’attività dell’insulina e degli ormoni legati alla fame e al deposito di grasso. Questi fattori possono indurre uno squilibrio metabolico che si riflette anche nei valori di colesterolo e trigliceridi, con conseguente maggiore rischio di sviluppare disturbi come gli xantelasmi.

In aggiunta ai fattori precedentemente menzionati, esistono ulteriori condizioni cliniche in grado di contribuire alla loro insorgenza, tra cui si riportano:

  • Dislipidemie ereditarie: alterazioni genetiche che determinano uno squilibrio nei livelli di lipidi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue, indipendentemente dallo stile di vita o dall’alimentazione. Una delle forme più comuni è l’ipercolesterolemia familiare, una patologia genetica che causa livelli molto elevati di colesterolo LDL fin dalla giovane età. Questi valori alterati aumentano significativamente il rischio cardiovascolare e favoriscono la comparsa precoce di xantelasmi. In molti casi, queste manifestazioni cutanee rappresentano uno dei primi segni visibili della malattia.
  • Disturbi epatici o biliari: il fegato è l’organo principale coinvolto nel metabolismo dei grassi perché produce, trasforma e regola i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. In presenza di malattie epatiche croniche (come epatiti, steatosi epatica, cirrosi) o di disturbi delle vie biliari (come colestasi o calcoli biliari), la normale funzione metabolica del fegato può essere compromessa. Queste alterazioni possono portare a un accumulo anomalo di lipidi nel sangue, con conseguente deposito anche a livello cutaneo, inclusa la zona perioculare. Gli xantelasmi, quindi, possono essere un segno cutaneo associato a patologie epatiche non ancora diagnosticate, motivo per cui è consigliata una valutazione della funzionalità epatica in presenza di tali lesioni.
  • Ipotiroidismo: si intende una ridotta attività della ghiandola tiroidea, che comporta un rallentamento generale del metabolismo corporeo, incluso il metabolismo dei lipidi. Nei soggetti ipotiroidei si osserva spesso un aumento del colesterolo LDL e dei trigliceridi, anche in assenza di una dieta ricca di grassi. Questo squilibrio può favorire la formazione degli xantelasmi.
  • Fattori genetici: oltre alle dislipidemie geneticamente determinate, esiste una predisposizione familiare alla comparsa degli xantelasmi palpebrali, che non sempre è legata ad alterazioni evidenti nei livelli lipidici. In questi casi, soggetti appartenenti alla stessa famiglia possono presentare xantelasmi anche con valori di colesterolo nella norma, suggerendo un'influenza multifattoriale che coinvolge geni, struttura del tessuto connettivo e risposta individuale agli accumuli lipidici.
  • Invecchiamento cutaneo: con l’età la pelle perde elasticità e tonicità, il metabolismo rallenta e i processi di eliminazione dei lipidi diventano meno efficienti. Questo processo naturale favorisce l’accumulo di grassi nei tessuti molli, specialmente in aree come le palpebre, dove la pelle è sottile e maggiormente soggetta ai cambiamenti strutturali.

È importante sottolineare che gli xantelasmi possono insorgere anche in soggetti con valori normali di colesterolo, motivo per cui è sempre raccomandata una valutazione clinica completa per individuare la causa e impostare un corretto piano diagnostico o terapeutico.

 

 

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Quali sono i sintomi degli xantelasmi

Gli xantelasmi non causano sintomi fisici e, nella maggior parte dei casi, non provocano dolore né fastidio. L’unico segno evidente è la comparsa di lesioni cutanee giallastre.

Pur trattandosi di formazioni benigne, la loro presenza può generare un impatto significativo a livello estetico, soprattutto quando sono localizzati in una zona così visibile come il contorno occhi.

Questo può influenzare negativamente la percezione di sé e il benessere psicologico di chi ne è affetto, rendendo la loro rimozione una scelta spesso motivata dal desiderio di migliorare l'aspetto e la sicurezza in sé stessi.

Come si eliminano gli xantelasmi

Nel panorama dei trattamenti disponibili, il Centro Medico Copiano propone una soluzione innovativa, sicura ed efficace: il Plexr (Plasma Exeresi).

Si tratta di una tecnologia di ultima generazione che utilizza il principio fisico del plasma per sublimare, cioè vaporizzare, in modo selettivo lo strato superficiale della pelle interessato dalla lesione. A differenza delle tecniche tradizionali, come l’asportazione chirurgica o il laser ablativo, Plexr non richiede l’uso del bisturi, non comporta punti di sutura e riduce significativamente il rischio di cicatrici o alterazioni della pigmentazione cutanea.

Il trattamento con Plexr si esegue in regime ambulatoriale, non necessita di anestesia generale ed è generalmente ben tollerato dai pazienti. Dopo la seduta è possibile tornare rapidamente alle proprie attività quotidiane, con tempi di recupero contenuti e senza effetti collaterali rilevanti. Proprio per la sua delicatezza e precisione, questa metodica è particolarmente indicata per il trattamento delle zone sensibili del viso, come il contorno occhi e le palpebre, dove la pelle è sottile e maggiormente soggetta a complicanze estetiche post-trattamento.

Grazie a Plexr, Centro Medico Copiano offre un approccio all’avanguardia per l’eliminazione degli xantelasmi, con risultati naturali visibili già dopo poche settimane e un’elevata soddisfazione da parte dei pazienti.


Dopo il trattamento: consigli e prevenzione

La rimozione degli xantelasmi, sebbene rappresenti una soluzione efficace dal punto di vista estetico, non equivale necessariamente alla risoluzione definitiva del problema. Uno degli aspetti più rilevanti da considerare nel post-trattamento è infatti la possibilità di recidive. Anche quando la lesione viene eliminata con successo, gli xantelasmi possono ripresentarsi nel tempo, soprattutto se le cause che ne hanno favorito l’insorgenza non vengono identificate e corrette in modo adeguato.

Le recidive possono comparire nella stessa area precedentemente trattata o, in alcuni casi, manifestarsi in punti diversi delle palpebre. Questo fenomeno è particolarmente frequente nei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare, dislipidemie persistenti o altri disturbi metabolici non controllati che mantengono attivi i meccanismi alla base della formazione di queste lesioni.

Proprio per queste ragioni, l’intervento di rimozione non dovrebbe mai essere considerato un atto isolato, ma piuttosto il punto di partenza per un percorso più ampio che includa anche la prevenzione delle recidive e la promozione di uno stile di vita sano e consapevole.

Per ottenere risultati duraturi e proteggere concretamente la salute del paziente, è fondamentale affiancare al trattamento estetico un’attenta valutazione clinica personalizzata, accompagnata da un programma di monitoraggio e prevenzione a lungo termine.

Questo può includere:

  • Educazione alimentare mirata, con l’adozione di una dieta equilibrata, ricca di fibre, povera di grassi saturi e colesterolo, utile a favorire il mantenimento di un profilo lipidico corretto e a prevenire l’accumulo di grassi nei tessuti
  • Controlli periodici del profilo lipidico, per monitorare costantemente i livelli di colesterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi, al fine di intervenire tempestivamente in caso di squilibri
  • Monitoraggio metabolico completo, volto a identificare eventuali disfunzioni sistemiche, come il diabete, l’ipotiroidismo o patologie epatiche, che possono contribuire all’insorgenza degli xantelasmi
  • Follow-up dermatologico e oculistico, essenziale per osservare l’evoluzione clinica del paziente, valutare l'efficacia del trattamento nel tempo e intercettare precocemente eventuali nuove formazioni

Solo attraverso un approccio multidisciplinare e integrato, che unisca la rimozione estetica al trattamento e alla gestione delle cause sistemiche, è possibile garantire risultati duraturi, migliorare la qualità della vita del paziente e ridurre significativamente il rischio di recidiva.